Intervista a Padre federico Lombardi in occasione del conferimento della Cittadinanza Onoraria da parte del Comune di Dronero |
“Padre Lombardi, dopo che la Francia le ha concesso la Legion d’Onore, il Comune di Dronero non poteva essere da meno!”. Con questa battuta inizia la nostra piacevole chiacchierata ferragostana con Padre Federico Lombardi che il 25 Agosto avrebbe poi ricevuto la Cittadinanza Onoraria da parte del Comune di Dronero.
Intensa la sua vita, costellata di tanti incarichi importanti e di grande responsabilità, dopo la laurea in matematica compie gli studi teologici in Germania e viene ordinato sacerdote nel 1972. Nel 1984 viene nominato provinciale dei gesuiti in Italia, nel 1990 diventa direttore dei programmi della Radio Vaticana e successivamente direttore generale fino al 2016. L’11 luglio 2006 papa Benedetto XVI lo nomina direttore della Sala Stampa della Santa Sede, in sostituzione di Joaquín Navarro-Valls, incarico che mantiene fino al 2016.
Riprende Padre Lombardi, “Quella onorificenza (ndr, la Legion d’Onore) è legata ai tanti anni di lavoro in Radio Vaticana, lavoro di divulgazione della realtà internazionale per meglio comprendere il messaggio della Chiesa. Ho dedicato l’onorificenza a tutto il mio staff. Durante la cerimonia ho ricordato più volte le mie origini, il fatto di essere cresciuto a Dronero, in una Valle al confine con la Francia, è stato di grande utilità per meglio comprendere e meglio comunicare.”
Padre, si aspettava questa iniziativa da parte del Comune di Dronero.
“Ho avuto le prime notizie dell’iniziativa da Don Pierino Conte, dronerese con cui abitualmente sono in contatto. Come dissi a lui, io non chiedevo nulla alla comunità dronerese, ma non avevo nulla in contrario ad accettare la cittadinanza onoraria con il consenso del Consiglio Comunale. Considero le mie radici droneresi molto profonde, mi fa molto piacere questo riconoscimento, mi presento nel mondo sempre come dronerese. Sono nato nel 1942, anni di guerra, mia mamma viveva un po’ a Dronero, dai miei nonni paterni, ed un po’ a Saluzzo, da quelli materni. Così è capitato che venissi al mondo in quel di Saluzzo.”
Padre, lei ha vissuto a lungo a Dronero, sopratutto in età giovanile. Quali sono i ricordi che più le sono rimasti vivi.
“I ricordi più antichi sono legati al periodo della guerra, mi ricordo in particolare un episodio, ero in braccio ad una mia sorella, presso la chiesa di Foglienzane, quando sopraggiunsero degli aerei in azione di mitragliamento. Mia sorella mi prese in braccio e ci nascondemmo in un rifugio di fortuna, in mezzo ai campi. Poi la Liberazione, il 25 Aprile, gli spari di festeggiamento, verso le montagne, dei partigiani felici per la fine della guerra. Questi i ricordi più antichi, allora avevo solo 3 anni. Nell’adolescenza mi ricordo l’amicizia di Aldo Marino, i bellissimi momenti di vita contadina che ho condiviso con lui. Più avanti, da ragazzo ormai cresciuto, mi ricordo le tante salite sulle montagne della Valle Maira, in compagnia dei cugini e dell’Ing. Massimo. Considero la Valle Maira uno dei posti più belli al mondo.
Queste esperienze furono molto importanti per la mia formazione, amore per la natura e contemplazione della bellezza del creato. Tutto questo fino a 18 anni, poi con l’inizio del noviziato la mia vita prese un altro corso. Le estati a Dronero ebbero anche una dimensione importante come inserimento nella tradizione cristiana della Valle, grazie anche ai sacerdoti che ebbi modo di frequentare, Don Raviolo, Don Colombatto, Don Rossa, tutte persone che ebbero un ruolo importante nel farmi apprezzare la vita della chiesa cristiana. Conservo bellissimi ricordi delle cerimonie liturgiche di Foglienzane e Ripoli.
Più recentemente, con Don Oreste Arciprete, ho iniziato a seguire la causa di beatificazione di Don Mattio. Questo, ancora ad oggi, è il motivo che mi tiene in contatto, con una certa continuità, con la comunità dronerese. Come Postulatore Romano, cioè colui che segue la causa di Beatificazione, ho una funzione continua, di contatto, tra la comunità parrocchiale dronerese e la Congregazione delle Cause dei Santi. In particolare il mio rapporto più stretto è con Don Pierino Conte, curatore della biografia di Don Mattio ed estensore materiale di tutta la documentazione necessaria per l’istruzione della causa di beatificazione. Causa che ha concluso la prima fase, quella del riconoscimento dell’eroicità delle virtù di Don Mattio, figura centrale nella storia dronerese a cavallo tra ‘800 e ‘900.”
Conclusa la sua lunga esperienza come portavoce degli ultimi due Papi ( così è normalmente riconosciuto dalle persone comuni ) cosa progetta per il suo futuro.
“Mi sono sempre messo a disposizione dell’istituzione religiosa e ho sempre considerato i vari incarichi ricoperti, in tutti questi anni della mia vita, alla stregua di “compiti” che la Chiesa mi chiedeva di affrontare. Adesso sono Presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI. Si tratta di una piccola istituzione, siamo in tre, finanziata con una parte dei proventi ricavati dai diritti d’autore delle opere teologiche scritte da Joseph Ratzinger prima che diventasse Papa. Il denaro viene utilizzato per finanziare studi teologici, borse di studio per Dottorandi specializzati in teologia, studi biblici. Stiamo redigendo l’opera omnia relativa agli scritti, agli articoli di Joseph Ratzinger prima della sua elezione a Papa. Organizziamo convegni di studi con diverse Facoltà di Teologia, nel prossimo autunno saremo in Costarica per un convegno sulla enciclica “Laudato Sii ” dove verrà affrontata la problematica ambiente e sviluppo sostenibile. Con una Università Cattolica di Madrid abbiamo istituito il premio Ragione Aperta per promuovere il dialogo Scienza-Fede, una giuria internazionale seleziona quattro lavori, due relativi nell’ambito della ricerca e due dell’insegnamento, che promuovano il dialogo tra le scienze naturali e umane ed il mondo della fede”.
“Prima frequentavo il mondo del giornalismo per rispondere alle loro domande, adesso mi occupo soprattutto di cultura”, con queste parole si chiude l’intervista che gentilmente Padre Lombardi ci ha concesso.
Molte le qualità che evoca la persona, ma una in particolare colpisce, la garbata semplicità. Ha diretto per decenni la comunicazione di una istituzione planetaria come la Chiesa Cattolica, eppure si presenta con la cordialità e la spontaneità del vicino di casa incontrato al mercato del Lunedì. L’idea che abbia ricordato all’Ambasciatore di Francia presso la Santa Sede, durante la cerimonia di conferimento della Legion d’Onore, le sue origini droneresi ci rende molto orgogliosi. Grazie Padre Federico.
Massimo Monetti