Piste aperte, scuole chiuse ?

covid19 In questi giorni suscita un forte dibattito la presa di posizione degli amministratori dei comuni alpini che chiedono a gran forza l’aperture delle piste da sci a partire da dicembre e in particolare nel periodo natalizio


Parimenti prende corpo l’idea che le scuole (almeno quelle superiori) restino chiuse fin dopo l’Epifania. Sappiamo che lo sci muove un’economia importante e sono assolutamente legittime le richieste dei tanti addetti del settore, tanto che le Regioni hanno già sottoscritto piani e protocolli di sicurezza per l’esercizio di questa attività sportiva. Stride però che non ci si metta altrettanto d’impegno per la scuola. La prima mossa di tanti “governatori”- addirittura anticipando il Governo centrale – è stata proprio quella di chiudere pur nella consapevolezza che la scuola in sé, con le dovute precauzioni, non è tra le principali fonti di contagio.

Il problema maggiore, al quale peraltro non si è posto rimedio, è quello dei trasporti che interessa la scuola in primo luogo ma anche il lavoro. Quanti sono i pendolari grandi e piccoli che si servono dei mezzi pubblici!

Mentre si passava buona parte dell’estate a rincorrere i banchi a rotelle, ci si è dimenticati di altre ruote, ben più importanti: quelle su cui si muovono i trasporti. Indubbiamente il distanziamento è una misura efficace sia a scuola che nei luoghi di lavoro, ma il problema si presenta in tutta la sua drammaticità quando a scuola o al lavoro ci si deve recare facendo i conti con trasporti assolutamente inefficienti. Ridurre la capienza dei mezzi (misura senz’altro corretta) senza però aumentarne significativamente il numero di quelli circolanti non risolve il problema, semmai lo incrementa, costringendo le persone ad accalcarsi per poterci salire. Più facile quindi chiudere in toto o in parte le scuole e invitare al lavoro a distanza.

Altri Stati (Francia, Gran Bretagna, Germania) in situazioni analoghe alle nostre hanno deciso chiusure generalizzate per un mese, ma hanno scelto di fare il possibile per tenere aperte le scuole, per loro un presidio fondamentale. Non sappiamo, quindi, se e quando apriranno le piste da sci, dove per altro il problema è negli accessi e nelle code, non tanto nello sport in sé e comprendiamo che perdere la parte migliore della stagione sia un grave danno economico per tutto il settore a cui in qualche modo si dovrà porre rimedio. Ci pare giusto però ribadire, confortati da pareri autorevoli tra cui anche l’OMS, che la Scuola ha un’importanza fondamentale e che purtroppo né la DAD (didattica a distanza) né la DDI (didattica digitale integrata), per quanto fatte bene, possono sostituire la partecipazione in presenza alle lezioni e l’interazione con compagni ed insegnanti.

Sergio Tolosano